Albert Einstein, il più grande scienziato del secolo scorso, iniziò a parlare tardi, verso i 4 anni. La sua mente agiva in maniera diversa rispetto alle altre persone, guardando e creando il mondo attraverso immagini. Albert, assolutamente contrario all’ordine precostituito e alle gerarchie, aveva l’incredibile capacità di immaginarsi gli esperimenti di fisica tutti nella sua testa, prima di scriverli e metterli in pratica. Il suo gioco, da curioso e creativo, era quello di mettere in discussione tutto e provare a trovare una soluzione alle sue domande grazie alla propria fantasia e immaginazione. È proprio grazie a questo potere immaginifico che diventerà il più grande e rivoluzionario scienziato del 1900. Giocando per tutta la vita con il suo cervello. Era proprio lui che sosteneva che l’immaginazione fosse superiore alla conoscenza.
Immaginazione. Cos’è? Solo una perdita di tempo? Un gioco inutile della mente?
Secondo la lingua italiana l’immaginazione è una particolare forma di pensiero, che non segue regole fisse né legami logici, ma si presenta come riproduzione ed elaborazione libera del contenuto di un’esperienza sensoriale, legata a un determinato stato affettivo e, spesso, orientata attorno a un tema fisso; può dar luogo a una attività di tipo sognante.
L’immaginazione è una vera e propria scienza e, soprattutto in ambito medico e sportivo, si fa sempre più ricorso alle tecniche di mental imaging: immaginare e visualizzare un obiettivo attivando tutti i nostri sensi. In altre parole, senza immaginazione non esisterebbe il mondo attuale. Non ci sarebbero le case, i grattacieli, le auto, i treni, gli aerei, i cinema, i cellullari, il progresso e mille altre cose che ci accompagnano in questa vita, se qualcuno non le avesse prima immaginate e poi progettate e create.
Sono abbastanza artista da disegnare liberamente ispirato dalla mia immaginazione. L’immaginazione è più importante della conoscenza. La conoscenza è limitata. L’immaginazione abbraccia il mondo, Albert Einstein
L’immaginazione è un pilastro fondamentale della Scienza del Sé, perché una facoltà propriamente umana e perché ci consente di ideare e creare la nostra realtà.
L’atto di creare un mondo è un atto rivoluzionario. Immaginare qualcosa di diverso, di migliore o qualcosa di interessante per noi, significa spingere il mondo esistente verso un cambiamento. E se è vero che l’immaginazione crea, allora noi siamo gli alchimisti in grado di trasformare la società e in generale la cultura attraverso le nostre parole e idee. Abbiamo il potere magico di curare una civiltà sofferente con l’energia magica proveniente dalla nostra immaginazione. Immaginare ci consente di spingere più in là le nostre possibilità, crea connessioni neuronali che ci consentono di esplorare il mondo.
Il problema è che a scuola non ci insegnano a immaginare, non esiste la materia immaginazione. Se esistesse, chi la insegnerebbe? Probabilmente qualche regista visionario, qualche scrittore fantasy alternativo, qualche pittore o creativo. Sicuramente la potrebbe insegnare un bambino, capace di vedere un elefante all’interno di un boa come il Piccolo principe di Saint Exupéry. Immaginare è una perdita di tempo? In un certo senso sì. Dobbiamo imparare a perdere il tempo per immaginare. Come fanno i bambini, attraverso il gioco. Per i bambini l’immaginazione è la base del gioco. Il “facciamo finta che…” è la base di tutti i giochi immaginativi. Se per gli adulti giocare è una perdita di tempo, per i bambini è un fatto assolutamente serio, il gioco è il loro lavoro e nel gioco si buttano a capofitto, con tutto il loro essere, con tutti loro sensi. Con il gioco crescono e imparano. Attraverso il gioco creano il mondo.
Per allenare l’immaginazione dovremmo concederci del tempo di gioco. Con tutti noi stessi, con tutti i 5 sensi, non avendo paura di sembrare ridicoli. I più grandi uomini sono stati dei grandi immaginatori di mondi, visionari come Nelson Mandela, Steve Jobs, Albert Einstein. Hanno saputo giocare continuamente con il proprio cervello, senza curarsi del tempo, totalmente intenti a pensare a scenari possibili, a giocare con la realtà.
E tu? Hai già attivato il fantastico superpotere dell’immaginazione?
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