“Il niente è un grande risultato”

“Bisogna trovare una via per tornare a quando eravamo antichi, a quando eravamo bambini, facendoci spazio lungo un sentiero che si inoltra tra macchie di rovi e intrichi di arbusti selvaggi, una via che per millenni è stata seguita, prima di essere dimenticata”

Il clown e lo scarabocchio hanno molto in comune. Ci insegnano ad abbracciare l’errore, a festeggiarlo, ad usarlo. Ci guidano nell’esplorazione pura di noi, senza pensare al risultato, vivendo il processo, il viaggio. Ci portano a ricercare il niente, il vuoto, il non sapere cosa fare, il percorrere nuove strade, inusuali. Ci allenano l’immaginazione. Ci portano alle ricerca di nuove strade, sia nel clown che nello scarabocchio esistono tutte le possibilità.

Lo scarabocchio e il clown hanno in sé una dimensione che va a rimarcare la nostra unicità: l’umanità. Il clown teatrale, il nostro clown interiore, che tutti hanno da quando sono bambini, è la maschera più umana che esiste, ci connette alla nostra fragilità e la rende strumento di connessione con il pubblico.

Il mondo dello scarabocchio non appartiene soltanto all’infanzia, ma al genere umano tutto, di tutte le razze, età, religioni, genere e condizione sociale: il disegno è, insieme al linguaggio, una delle attività che rendono l’essere umano esempio unico nel mondo animale. “Per quanto i maiali grugniscano e le balene cantino trasmettendosi una forma di comunicazione – forse basilare, forse complessa, non riusciamo ad immaginarlo ne mai riusciremo a saperlo – è indubbio che l’espressione consapevole attraverso dei segni incisi o scritti sia una prerogativa unica di noi umani.” Sono due dimensioni che ci portano fuori dai contorni, ci permettono di uscire dai bordi, sperimentare e sperimentarci.

Questo corso-laboratorio va alla ricerca del nostro essere clown folli, fragili e incredibilmente umani partendo dall’arte dello scarabocchio per arrivare al nostro intimo clown, sempre giocando forte…

Attraverso attività non usuali, liberatorie e dissacranti, disruptive, andremo a smontare alcuni condizionamenti. L’obiettivo è di mettere in moto un processo di distruzione/ricostruzione del proprio modo di pensare. Utilizzeremo materiali diversi, di scarto, riciclati, esploreremo forme e spazi inusuali, colori. Incentiveremo un modo di disegnare spontaneo e immediato, ci metteremo in condizioni di scomodità e andremo a ricercare il nostro clown accettando l’imperfezione, l’errore e la casualità, ricostruendo nuovi modi di procedere.

“Non è forse il nulla una forma di perfezione?” Thomas Mann

STRUMENTI:

Scarabocchio creativo e disegno brutto: ovvero l’errore visto come una fruttuosa occasione di sperimentazione creativa. Nominato spesso con intento dispregiativo e privato della sua dignità, lo Scarabocchio entra in scena solo quando si tratta di dire che “qualcosa è stato fatto non bene, senza arte né tecnica”. Riceve sguardi di disapprovazione, eterno incompreso e criticato, quasi incompiuto. Esplorazione delle potenzialità giocose e creative dello Scarabocchio, oscillando in maniera fluida fra movimento, voce e colore. Trasformare l’errore in una possibilità, lasciando andare i pre-giudizi ed i pensieri. In un clima gioioso e privo di giudizio, lasciarsi sorprendere dalla libertà che beneficamente ci può pervadere quando osiamo “andare al di fuori dei bordi”.

Il nuovo clown: che parte dalla pedagogia di Lecoq è un clown che si evolve, che si plasma con il tempo, che presuppone una ricerca personale, che non è legato a stereotipi, che racchiude in sé una forte componente di libertà. Non più solo intrattenitore, ma parte del mondo, ogni giorno nuovo ed ogni giorno diverso.

Il filo conduttore di questo viaggio sarà la nostra creatività, il corpo espressivo, il nostro movimento consapevole, il nostro clown. Unire lo scarabocchio e il clown è per me una sfida e un piacere. Proporre due elementi che hanno avuto così tanto peso nelle mie scelte di vita e nella ricerca del mio clown interiore.